Da alcuni anni mi sono abituato ad usare le mappe mentali nella editoria tecnica. Il mio utilizzo non corrisponde alla tecnica del mind-mapping. Invece di questa tecnica di supporto alla creatività il mio utilizzo è più razionale.
Uso le mappe mentali principalmente durante 2 fasi della realizzazione di un manuale d’uso:
- durante la raccolta delle informazioni:
- in questa fase è importante di ordinare e strutturare le informazioni
- importante è la possibilità di poter modificare velocemente struttura e ordine
- identifico le parti riutilizzabili da manuali precedenti
- durante la produzione:
- tengo traccia dell’avanzamento del progetto
- Con delle icone assegno rapidamente uno stato d’avanzamento e lo riconosco a colpo d’occhio
Questo software, ora nella versione 0.8 è stabile. Delle volte purtroppo è un po’ lento. Nella versione 0.9, che è ancora in beta, verranno aggiunte altre caratteristiche importanti come la gestione dei metadati per ogni nodo.
Un’alternativa a Freemind sono i più recenti strumenti collaborativi, per creare e condividere mappe mentali online: MindMeister oppure Mind42. Il loro utilizzo è intuitivo. Intuitivo e basta: Provatelo.
link correlati:
- il quaderno “mappe e scrittura” di Umberto Santucci pubblicato da Luisa Carrada su mestiere di scrivere
1 commento:
Ciao, innanzitutto complimenti per il blog, che purtroppo scopro solo ora! :-)
Le mappe mentali: credo siano assolutamente necessarie. Molti credono infatti che al redattore arrivi sempre un libro già strutturato dall'autore e che non gli/le resti che correggere qui e là. Falso. Mi sono capitati casi di fogli e appunti sparsi, senza capo né coda. Una pre-organizzazione mentale, una mappa strutturale del libro e dei suoi contenuti è cosa molto più frequente e necessaria di quanto si creda, oltre a essere un ottimo modo di approccio al mestiere di scrivere in generale.
Marina
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